Questi primi mesi dell'anno mi hanno vista alle prese con la conclusione di due eccellenti ed eccezionali percorsi, eccezionali in termini di risultati, crescita ed evoluzione dei protagonisti ma anche e soprattutto in termini di relazione umana instauratasi nel tempo e lungo le cadute e le risalite, percorse insieme.

Se il primo incontro con il terapeuta è di una valenza unica e fondamentale, non lo è da meno la conclusione del percorso stesso, con la differenza che, a volte, il suo valore non è del tutto percepito e di conseguenza il rischio è di perdere l'inestimabile ricchezza del congedo: un bagaglio di energie propulsive per navigare ancora più sicuri verso le prossime tappe della propria esistenza.

A volte capita che, nel momento in cui le persone stanno meglio o ne hanno l'impressione, abbandonino la terapia.

E' pieno diritto di ognuno farlo. Meglio però farlo nell'unico modo che consente di capitalizzare quanto raccolto ed investito nel percorso: in modo concordato e consapevole, come recita anche il contratto terapeutico.

La fase conclusiva di un percorso, non è una formalità accessoria ma previene ricadute e fa un ultimo essenziale dono, ricapitola e compendia tutti i risultati raggiunti e le risorse interiorizzate.

Può essere una conclusione temporanea o definitiva ma in ogni caso va realizzata e onorata come tale per potere essere una fase che da buoni frutti e potenzia ulteriormente quanto raccolto.

Concordato ovvero ci si prepara insieme, terapeuta e paziente, a questo momento e consapevole ovvero prendendosi la responsabilità di quanto raggiunto, di quali sono i punti di forza e i punti di vulnerabilità, di cosa viene lasciato in sospeso, se qualcosa in sospeso resta, piuttosto che la consapevolezza che è tempo di chiudere un ciclo per aprirne un altro, ma con una forza nuova, consapevolezze fondanti e risorse inedite, dono della terapia.

Saper chiude costruttivamente è un'abilità non semplice che spesso nella vita stessa procura guai, saper chiudere in modo corretto ed arricchente un percorso di terapia, fornisce alla vita di ognuno il dono conclusivo della terapia e perderlo è sempre davvero un peccato.

 

Nell'immagine la ricostruzione fantasiosa delle tappe (carte dietro), da sinistra a destra, di un percorso ma, soprattutto, delle risorse (carte davanti) che il percorso ha attivato e che sono state utilizzate ed acquisite per andare oltre e fiorire nel cammino di realizzazione di se stessi.

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Dott.ssa Stefania Macchieraldo

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